Cultura
ETA’ DEL BRONZO – 1000
Non sappiamo quando Viverone è stato fondato ma certamente quando l'uomo sentì la necessità di associarsi e di vivere in comunità, sorsero così, invece di villaggi di capanne, palafitte sulle rive del lago omonimo. Quando gli abitanti ebbero necessità di nascondersi delle incursioni e dagli attacchi di nemici sorsero i primi villaggi di capanne in pietra(la Cava ad Purcarel) nascosta tra le colline.
Uno di questi insediamenti rurali accentrati sorse ove oggi si trova il paese di Viverone durante l'età neolitica; sorse anche un industria fittile che si occupava della lavorazione delle pietre, argilla.
I vecchi popoli che abitavano l'insediamento di Viverone adoravano gli animali, soprattutto il bue ma anche il sole, divinità che andavano sicuramente in armonia con l'attività agricola che l'uomo di quell'epoca aveva incominciato ad intraprendere. Tra i prodotti agricoli ritrovati vi sono: il frumento, le fave, i piselli, il corniolo, il farro ed il lino.
Nel 2500 a.C. iniziò l'età dei metalli; durante quest'epoca le armi di pietra vennero sostituite da armi in pietra; si incominciarono a forgiare coltelli, accette, pugnali, lance e frecce. L'insediamento rurale di Viverone si formò nell'Età del Bronzo, questo si può dedurre da alcuni ritrovamenti di spade risalenti a quel periodo. Si pensa che l'origine del nome Viverone derivi dalla coltivazione della vite, infatti lo stemma del Comune rappresenta un albero con due viti intrecciate ed attaccate ad esso vi sono due grappoli d'uva nera; intorno allo stemma si legge lo stemma "vitis viva" e si presume che derivi da "vitis vivax" ossia "il vigore della vita". Altri storici sostengono che il nome Viverone derivi da "vivarium" ovvero vivaio dove si allevano i pesci per via del lago. Lo storico Rondolino afferma che Viverone è l'antica "Libero". L'Olivieri scrive invece che Viverone negli anni 1000 si chiamava "Veurono", in seguito "Veuronio" ed in fine "Vevrono". Il toponimo riguardante il nome di Viverone è citato con i nomi di "Vevrono" e "Viverono".
1000 – 1300
L'epoca più gloriosa di Viverone è compresa tra il 1100 ed il 1300, dove al regime feudale subentra il Comune che si presenta come un ordinamento repubblicano. Il Comune nacque dal decadere dell'economia delle corti e dal rifiorire dei traffici e dei commerci. Nel Comune vi era l'associazione dei vari mestieri; vi era così un comune rurale di contadini e artigiani che non era libero ma doveva sottostare al Vescovo di Vercelli. L'organizzazione politica era composta da due consoli che erano assistiti da un consiglio amministrativo chiamato Credenza e dall' Orengo formato da tutti i capi di famiglia. Risalgono a quest'epoca gli importantissimi ritrovamenti dei villaggi palafitticoli scoperti da Guido Giolitto nel 1971 datati all'anno 1000 a.C. cioè in tarda Età del Bronzo. I villaggi che sono stati rinvenuti sono stati denominati: Emissario(più vasto), S. Antonio e Cascina Nuova. La passerella per accedere ai villaggi è protetta da una palizzata; sono stati trovati enumerati 5300 pali. Altri importanti ritrovamenti sono le piroghe ritrovate nel Lago di Bertignano, ricavate entrambe da legno di castagno e aventi ciascuna due remi. La prima fu trovata nel 1912 ed è lunga 4,10 m ed alta 30 cm e larga 50 cm. La seconda fu ritrovata nel 1979 ma fu tolta dal fango solamente nel 1982, questa è lunga 3,75 m, larga 90 cm ed alta 60 cm. Risalgono entrambe a 3400 anni fa. Progenitori dei Biellesi furono gli Ictimuli che avevano il loro epicentro nella Bessa ma avevano stanziamenti anche nel versante Nord Est della Serra, nella pianura Vercellese e anche nella nostra zona di Viverone .Gli Ictimuli, chiamati anche Vittimuli discendevano, come i Salassi dai Liguri che furono i primi abitanti dell'Italia Settentrionale. A capo degli Ictimuli vi era un regole (re di un piccolo stato) che governava con l'aiuto degli anziani e dei sacerdoti. Il Lago di Viverone tra il X° e il XII° sec d.C. risultava ripartito in tre comunità religiose:
i Monaci dell'Abbazia di S. Genuaro di Lucedio, di S. Andrea di Vercelli ed i Canonici Lateranensi di S. Eusebio.
Diversamente agli altri laghi del Nord Italia dove le acque erano pubbliche, quelle del lago di Viverone erano private, di conseguenza anche i diritti che ne derivavano dalle acque sono privati e spettano ai legittimi proprietari. Il lago venne chiamato con diversi toponimi a seconda della Chiesa che in quel momento aveva più potere e esercitava perciò i diritti sulle acque, il lago prese infatti il nome di: Lago di S. Martino(dalla città di S. Martino che si dice sia sepolta sotto le sue acque);Lago di Azeglio e Lago di Viverone. Tra i documenti più antichi si trova quello risalente al 1151 che tratta del privilegio concesso all'Abbazia si S. Michele e S. Genuario di Lucedio da Papa Eugenio III° e tra i beni vi è la Chiesa di S. Michele (Cella Grande di Viverone), la quale nel 1500 venne dedicata a S .Marco. I Frati Benedettini Neri godevano del diritto di pesca, di navigazione, di pascolo e abbeveraggio degli animali e di macerazione della canapa. Quando i frati lasciarono la Cella Grande, tutti questi diritti passarono al Comune.
1300 - Oggi
Negli Statuti di Viverone del 1493 l'attività economica più fiorente legata al lago è la pesca; in seguito però con l'articolo 36 degli statuti viene vietato di esercitare caccia e pesca ai non residenti sprovvisti di permesso dei consoli delle credenza di Viverone.
Viverone fa parte dell'associazione "Via Francigena" percorsa dai pellegrini di un tempo che, attorno al X° sec, provenivano da Canterbury per la volta di Roma e successivamente della Terra Santa.
I pellegrini percorrevano un itinerario preciso storicamente conosciuto con il nome di "Francigena". Valicato il passo del Gran S. Bernardo, attraverso la Valle d'Aosta, i pellegrini scendevano ad Ivrea e, passando per Viverone, Roppolo e Viverone, proseguivano il loro cammino per Roma. Presso i conventi, i villaggi e le chiese che si trovavano sul percorso i pellegrini trovavano una minestra calda ed ospitalità per la notte. Con il passare dei secoli la Via Francigena fu percorsa da un numero sempre maggiore di persone specialmente dopo il primo Giubileo del 1300 d.C. ed in occasione di tutti gli altri anni giubilari.